amaredamareamare

3 anni che non mi buttavo in mare..
è stato interessante, è stato quasi come conoscere nuovamente un vecchio amico, che mi ha sempre fatto un po paura..così grande e con pochi punti di riferimento, sarà perché poi galleggio a malapena con il mio stile da ranocchio nello stagno..(si diciamo che non sono Phelps)
E come un vecchio amico porta novità così anche il mare con le sue onde ha portato a riva qualcosa di nuovo e prezioso.
Perché forse il mare, come tutti gli spazi grandi, riesce ad accogliere tutti così da non sentirsi mai soli..

e così trovi piccoli scrigni sigillati,
che fanno fatica ad aprirsi,
che le serrature vecchie e arrugginite cigolano che sembrano spezzarsi,
che quasi non ne riconosci la forma,
perché ormai la forma è quella modellata dal mare,
di onde e microorganismi incrostati sulla superficie legnosa,
la forma e l’aspetto che la vita stessa ha voluto dargli col passare del tempo,
una forma che forse non rende merito della bellezza che racchiude,
ma che è vera come l’amore…
ed è l’amore ancora che passa di mare in mare,
riversandosi copioso e turbolento mosso di lacrime,
e poi calmo e immobile, nudo come un’albero d’inverno…

e cosa fare quindi in quel mare così imprevedibile? Lasciarsi trasportare o nuotare? Immergersi nel blu profondo o lottare a pelo d’acqua?
La risposta viene proprio da quello scrigno incrostato di vita; il suo contenuto così splendente e prezioso, conservato, celato ad altri ma non a me..
lo tengo li..
tra le mani..

nelle mani dai polsi piccoli,
ipnotizzato da quella forma,
ora bellissima al sole, senza ombre,
mi trascino nuovamente in acqua,
lentamente, tenendola con cura,
non morto ma a morto galleggio,
posandola lì,
tra il cuore e lo stomaco,
dove è giusto che stia..dove da tempo sosta,
e voglio aiutarla a galleggiare,
in quel mare che me l’ha fatta incontrare.

A saperlo prima…

Vorrei veramente scrivere qualcosa… ed effettivamente lo sto facendo, ma non scrivo di ciò di cui vorrei scrivere.
non sono capace
non sono come te
non riesco a descrivere dettagliatamente le emozioni
non riesco a mettere in fila le parole in una narrazione, in una prosa letteraria che abbia senso..che sia scorrevole da leggere..

ma vorrei davvero..non è il mio scopo nella vita certo..ma ora vorrei davvero..
perché poi?
beh perché forse aiuta? ..no no
non aiuta scrivere
non aiuta proprio nessuno
e io pensavo di si invece..addirittura pensavo aiutasse te..
addirittura pensavo che scrivere e descrivere fosse un modo per comunicare, per “instaurare un rapporto con chi legge, un rapporto simile a quelli reali” (cit.)
no no..questa come tante cose non serve ad essere felici probabilmente, forse solo momentaneamente.. è un paliativo diciamo, qualcosa che cmq non è destinato a durare, come tante altre cose del resto..già, che roba.
e io che pensavo..haha..e invece no.. ma cosa rido..
che non c’è mica nulla da ridere.
perché in fondo anche ridere mica rende felici..un giorno ridi ma poi?
non si puo mica sempre ridere èh…
se me lo dicevano prima che il mondo è così sai quante cose non facevo.. èh si perché ora capisco tutto, ora capisco esattamente perché tutti sti problemi nel mondo.
perché la gente non capisce che tanto non serve cercare di essere felici..no no.. non si può..ecco la verità! non si può essere felici!
perché ci sono tante di quelle cose che non servono nella vita…èh si èh già
soprattutto nella TUA
non ti servirà a nulla scrivere o saper scrivere
non ti servirà a nulla conoscere l’esistenza di altri percorsi di fede ..ops CAMMINI..
non ti servirà saper leggere
saper parlare
saper animare dei bambini
recitare le preghiere
queste e tante altre cose mica serviranno…

e nemmeno avere una persona accanto
non ti servirà..non ti renderà felice nessuna di queste cose
non ti renderanno felice
non ti renderò felice.. no.. così mi hanno detto

è evidente che non avevo capito nulla..
meno male che qualcuno si è preso la briga di spiegarmelo
grazie

A piccoli polsi… (versi liberi)

[perché in un anno di cose ne accadono.. cambio io, cambi tu]

Troppo fragili per sostenere
il peso di un’evoluzione
che fatico a capire
poca è la concentrazione

E’ con queste braccia tese
che provo a stringere la vita
mentre batte forte il vento
e ogni paura è garantita

mentre tu, tu mi dici
che ho polsi troppo piccoli, per essere un uomo
che ho polsi troppo piccoli, per affrontare il mare..

che poi non è certo il mare
che ti ha portato a camminare
accanto a me in questo sentiero
di imperterrito mutare

e allora prova tu, ad aprire un discorso
con questi polsi piccoli
ti prego prova tu, a sostenere una tesi
con questi polsi piccoli
avanti prova tu, a scacciare i demoni
con questi polsi piccoli
con questi polsi piccoli

ma forse è grazie proprio a loro
se con estrema disinvoltura
riesco a tramutarti in oro
ed usarti a mia personale cura

a ricamare come ragno
frattali di tempo infiniti
così da trovare un guadagno
riscoprendo passi smarriti

perché saranno polsi grandi
per stringerti sporca di sabbia
per accogliere la tua rabbia
per tirarti fuori da una gabbia

più le tue mani cercheranno di stringerli
più si faranno grandi per abbracciarti

se tutto ciò risponde al vero
non è tempo di preoccuparsi
in strada tramuterò il sentiero
e camminerò… a piccoli polsi

Una Storia coi Piedi (la lezione del filo d’erba)

Raramente senza scarpe poso il piede per terra
la mia orma è più vera senza quella zavorra
un filo d’erba nel prato piano piano si rialza
e si racconta lentamente a me con la sua danza

mi racconta di intrecci sentieri e distanze
e di come tra tanti piedi ci siano grandi somiglianze

vedrai piedi che il mondo lo trascinano a fondo
o lo lavano e lo asciugano e lo mantengono rotondo
senza colpa o con l’illusione di avere ragione
come la pancia della vita con attaccato un cordone

e vedrai quei piedi stanchi continuare a migrare
o piedi sporchi di guerra che più non sanno lottare
e ti accorgi che il passo non lo fa la distanza
e che la storia si fa muta se nessuno più avanza

la terra ed i piedi hanno buona memoria
dalla forma di un orma sai intuire la storia
ed ancora mi chiedo quale sia da seguire
il sentiero migliore per poter ripartire

La storia si fa coi piedi che inseguono sorgenti
e che baciano il mare o che affondano sgomenti
Sono piedi che credono e un po dimenticati
di una bellezza delicata come piedi di neonati

Sono piedi che si rincorrono sono li pure i nostri
che inventano la sera e che scacciano via i mostri
sono piedi con un cuore senza fretta di ritornare
da dove son partiti un giorno solo per farsi amare

Ma la storia con i pedi la fai dove ti fermi
dove trovi altri piedi che oramai sono inermi
li accarezzi, li baci, con loro balli e conversi
e riscopri che i ritmi non sono mai tanto diversi

ispirata da P. Mauro Armanino 🙂

Coração do Brasil

Dopo tre giorni qui nel “Coraçao do Brasil” le emozioni sono già tantissime… l’esperienza che la diocesi di Goiania con la settimana missionaria pre-GMG, ci sta regalando è impagabile, piena di sorprese e attività.

Gia partendo dal nostro arrivo nella cattedrale si era capito che il clima era di grande festa e grande aspettativa, siamo stati accolti con un boato nella chiesa e per ogni gruppo di pellegrini (arrivavamo un po alla spicciolata data la stanchezza del viaggio) un applauso e un urlo di gioa e allegria che ricordava una òla di un piccolo stadio.
Abbiamo così conosciuto fin da subito la splendida ospitalità brasiliana che ha trovato riscontro nelle famiglie, gentili, semplici, interessate unicamente a trattarci come loro figli e a dare prova di una fede che nasce prima di tutto dalla semplicità dei gesti quotidiani; personalmente non potevo sperare di meglio.

Sono susseguiti poi tanti momenti di riflessione e animazione (a ritmi di vita altissimi si parte quando sorge il sole verso le sei del mattino e si finisce la giornata cenando verso le undici di sera), e di conoscenza della storia e della cultura di questo stato del Brasile: il Goias.
Oggi forse uno dei momenti piu intensi… la visita al santuario della Trinità e del Divino Padre Eterno preceduta dall’incontro con i malati assistiti al Cottolengo li vicino, una struttura immensa e molto ben organizzata nella quale abbiamo apprezzato la cura e la devozione che tanti malati ricevono in un clima sempre molto disteso.
Il santuario è stato poi il culmine della visita, con una messa talmente emozionante da poter essere paragonata ad una veglia con il papa.. tanti giovani e tante persone di ogni età, uniti nei gesti e nei contenuti di quella fede che sanno esprimere benissimo con canti semplici e vigorosi e con gesti unici che difficilmente posso esprimere a parole.

Devo dire che questa è per ora una delle migliori esperienze di fede mai vissute…e lo dico con gioia, spero sia la stessa gioia che il popolo Brasiliano sta esprimendo a noi giovani pellegrini che veniamo da ogni parte del mondo.

unica nota negativa: un caldo secco inaspettato che asciuga via tutte le risorse idriche del fisico…ma daltronde, siamo nel cuore del brasile e il cuore è un muscolo che richiede molta energia… 🙂

Buona notte.. dal Brasile… buon giorno all’Italia…
um abraço a todo o Mundo!! A presto

Partenze, coincidenze, conferme e previsioni

C’è mancato poco anche stavolta..
Me la sarei legata al dito, giusto una settimana prima della partenza; quando ho visto il termometro che segnava i 39,5 me la sono davvero fatta sotto.

E invece no, con le ultime goccie di sudore cerco di ricomporre lo zainone da GMG (se non sapete cosa sono informatevi!)
Quasi non ricordo nemmeno come si fa.. cinque anni che aspetto..cinque caspita di anni! inutile dire che sono cambiate parecchie cose ma ci sono state anche parecchie conferme, tipo lo zaino (sempre quello dal 2005 hehe).
Sicché si parte carichi, e non solo di spirito e bagagli.. perché stavolta c’è il Brasile…
Il Brasile con le sue contraddizioni, la sua crescita esponenziale del PIL, la sua allegria.
Tante saranno le facce che incontrerò…tante saranno anche le facce che non vedrò li presenti ma che porterò comunque con me e spesso baleneranno nella mia immaginazione.
Tanti chicchi del rosario scivoleranno tra le dita così come tante cartine, mappe e libricini.
Tante bandiere
Tanti modi di scambiarsi un “gesto di pace”
Tante emozioni..certamente.

Tanta poi sarà la voglia di tornare e condividere con quante più persone possibile i frutti che ogni Giornata Mondiale della Gioventù sa regalare… perché è così che va vissuta, non al momento, ma nella lunga distanza che quel momento ti farà percorrere, come un sassolino lanciato con una fionda.

Spero vivamente che questa ennesima esperienza di Fede sia l’inizio di nuovi ed emozionanti percorsi, tutti da esplorare, proprio come quella splendida terra che ci accoglierà da domani.
Ma ora è giunto il momento di cercare piu calzini possibili, 20 giorni non sono pochi e serve una gran preparazione fisica e mentale! Nonché una buona collezione di biancheria intima! hehe…

cercherò di aggiornare il blog di frequente e spero di poter condividere gia qui sopra, anche con poche righe, alcuni dei momenti salienti di quest’avventura

Um abraço muito carinhoso a todo o mundo!!
Ciaoo!

Per il mio anno della Fede

Quela Vecchietta ceca, che incontrai
la notte che me persi in mezzo ar bosco,
me disse: – Se la strada nu’ la sai,
ti ciaccompagno io, ché la conosco.

Se ciai la forza de venimme appresso,
de tanto in tanto te darò una voce
fino là in fonno, dove c’è un cipresso,
fino là in cima dove c’è la Croce… –

Io risposi: – Sarà… ma trovo strano
Che me possa guidà chi nun ce vede… –
La Ceca, allora, me pijò la mano
e sospirò: – Cammina! – Era la fede.

La Fede – Trilussa

Resti sempre uno dei miei preferiti caro Trilussa, con la tua ironia e il modo di descrivere il quotidiano e le varie sfumature di noi italiani..
Sono tante le poesie e i sonetti che mi accompagnano fin da quando ti scoprii da ragazzino. Tuttavia quest’oggi mi ritrovo a scrivere della Fede, argomento che forse ci divide un pochino ma ti ho comunque preso come incipit di questo piccolo articolo proprio per darmi quello stimolo che mi serve per affrontare al meglio l’argomento.

Già perché, sembra strano, ma fino ad oggi non l’ho mai affrontato all’interno di questo blog nonostante essa sia parte integrante della mia vita. Non voglio certo scrivere una lunga tesi sulla Fede, và oltre le mie possibilità di fine teologo, certo potrei chiamare Sua Santità Ratzinger visto che ora ha più tempo libero, ad aiutarmi ma non voglio disturbarlo. vorrei solo soffermarmi su di un particolare della Fede, il fatto che essa venga vista da molti come un salto nel buio, un buttarsi in qualcosa che va oltre la ragione, oltre il comprensibile, qualcosa a tratti irrazionale

La Fede (quella con la F maiuscola) mi ha accompagnato da quando ero bambino e come me, è cresciuta, si è modificata, ha trovato nuove forme e nuovi spazi per esprimersi. Spesso e volentieri essa si manifesta come qualcosa che non si può capire e perciò capita di doverla accettare come ceca e senza vera ragione di fondo.
Ma la Fede (quella cristiana) è in realtà un fatto concreto!
La Fede (quella cattolica) non è dire “io credo in qualcosa che non posso vedere” è dire “io do testimonianza di ciò che vivo!”
Se c’è qualcosa che posso dire a tutti con certezza, perché vissuta e sperimentata, è che la mia Fede nasce da esperienze concrete, da mani che si stringono, da sorrisi, da lacrime… è un dono che viene da Dio dopo averlo richiesto a Lui con umiltà e amore; è un atto di certa ed estrema razionalità, forse l’atto più razionale che un Uomo possa fare nella sua intera esistenza ma che conserva nel suo intimo quel velo di mistero dato dall’amore infinito.
Non mi dilungo sulle esperienze perché non basta un blog intero per questo dico solo che per me è così… è una parola viva che si rinnova ogni giorno, tangibile, visibile.

Certo sono tanti i percorsi che fanno maturare la fede di ognuno di noi, e sono tutti meravigliosi se vissuti pienamente con coscienza di se e degli altri… e non posso certo dire che il mio percorso sia concluso o sia arrivato al culmine; certo che no perché la Fede è prima di tutto un continuo cammino.

Trilussa, tu vedi quella fede come una cara vecchietta ceca che ti esorta a camminare con lei.. beh.. è una bellissima immagine, veramente, anche se non la condivido appieno..perché resti sempre un ottimo compagno di viaggio e non penso che sarà questa fede a dividerci… 😉

VentiDaPiccolo

Da piccolo avevo i capelli ricci e rossi…
ora ho i capelli (pochi) castani scuri e lisci,

Da piccolo avevo tante macchinine con cui giocare…
ora ho una macchina non mia e non ho molta voglia di giocarci,

Da piccolo mi sentivo effettivamente piccolo rispetto a tutto ciò che mi circondava…
ora mi va stretto tutto ciò che mi circonda, anche la cintola,

Da piccolo avevo paura del buio…
ora spesso cerco il buio, anche se non me ne accorgo,

Da piccolo il mio nasino era minuto e puccioso…
ora ho un nasone incredibilmente “importante”,

Da piccolo non capivo i discorsi dei grandi…
ora che li capisco spesso faccio finta di non capire,

Da piccolo guardavo spesso in alto le soffici nuvole…
ora guardo spesso in basso per paura delle  soffici cacche,

Da piccolo lasciavo delle mie tracce su tutto, carta, pareti, pavimenti…
ora cerco di pulire tutte le tracce che lascio in giro, non si sa mai,

Da piccolo non vedevo la TV…
nemmeno ora la vedo, ma la guardo spesso,

Da piccolo non sapevo leggere…
ora non trovo il tempo per leggere,

Da piccolo mangiavo la carne…
ora sono vegetariano,

Da piccolo una volta mi sono perso…
ora non vedo l’ora di ritrovarmi,

Da piccolo le “cose” erano tante…
ora le “cose” sono troppe,

Da piccolo volevo fare delle “cose da grandi”…
ora vorrei una volta per tutte fare delle “cose da grandi”,

Da piccolo piangevo…
ora sò perché,

Da piccolo conoscevo poche persone ma non mi sentivo solo…
ora mi sento solo anche in mezzo a tanta gente senza quelle poche persone accanto,

Da piccolo davo un valore alle cose…
ora gli do un prezzo,

Da piccolo mangiavo quello che mi piaceva…
ora cerco di farmi piacere quello che mangio,

Da piccolo non avevo bisogno di conoscere il “Piccolo Principe”…
ora, fortunatamente, lo conosco ma spesso mi dimentico di lui,

Da piccolo sentivo il Sole…
ora.. si ora va tutto bene, lo sento ancora.

E sei tu

E sono disarmato
forse è gia capitato
ma non così in profondo
non così nel mio mondo
e non è un impressione di quelle che son vive
fintanto che respiri tra i versi di chi scrive

nella nebbia dardi
accuminati come sguardi
di chi soffre e non dice
di chi serve felice
mentre sento ancora chiari sottopelle i battiti
di un cuore che da solo ha sempre troppi fremiti

E sei tu che schiacci la ragione
sei tu quell’assurda sensazione
sei tu di cui sento appena i graffi
dietro la mia anima presa a schiaffi

Irene

E non me ne frega niente io ti pubblico “Irene”
Perché in fondo sei già pubblica… almeno in parte. E io ti voglio così, di pubblico dominio.

Sei la prima a cui do questa libertà.
Via!
— — — —

Irene, oceano di sguardi
Irene, dall’alba al tramonto
Notte fonda appena illuminata
su ogni bocca il miglior racconto

Nessuno vuol conoscerti davvero
rimani intuizione di straniero
potessi solo sfiorarti qualche giorno
ma la strada verso te non ha ritorno
no la strada verso te non ha ritorno [Rit.]

irene calamita di sguardi
irene più mi avvicino più cambi
Forse di irene ho già parlato con altri nomi
Forse non ho parlato che di irene
Forse non ho parlato che di irene

Irene nelle ombre dei giardini
Irene sulle forme delle torri
in ogni luogo la tua voce prende forma
e in ogni sparo ed ogni nota mi rincorri

una l’irene che cammina per le strade
un’altra è persa dentro a un capoverso
un’altra ancora ritorna ad ogni estate
e per ognuna un nome diverso
e per ognuna un nome diverso [Rit.]

E se di Irene ora sono fuori dall’incanto
ora ho capito, non era lei, non lei soltanto
ora ho capito, non era lei, non lei soltanto

La domenica del cuore nuovo

Dopo un pò uno si stanca… è normale, è umano.
Ma si rischia di uscire fuori dai binari, di dire cose a sproposito, di allontanarsi da ciò che poco prima era importante e diventare anarchico. Ti viene la voglia di dire “ma che facciano un pò come caspita gli pare!!”

Poi però incontri chi riesce a darti nuovi motivi per non abbandonare il percorso o parte de percorso, e ti ritrovi nella tua parrocchia in una domenica come tante e alla fine della messa, in un incontro di 5 minuti per il nuovo catechismo dei ragazzi di quest’anno trovi le famiglie unite, i ragazzi contenti, frizzanti, e il parroco che è “presente” e che non si mette a sentenziare, profetizzare, approvare ma ad ascoltare, si mette in mezzo alle famiglie.

In 5 minuti sparisce il desiderio di fermare tutto, evapora l’orgoglio personale.
Che roba! proprio dopo 2 giorni di sconforto che non erano altro che la ciliegina sulla torta venuta male di questo ultimo anno di PG.

Siamo da molti anni ormai una parrocchia un pò sfigata, ma c’è qualcosa che si sta formando nuovamente e quel qualcosa come al solito lo hanno portato i bambini e le loro famiglie, nonché un parroco che ascolta come dicevo. Stà rinascendo lentamente il senso di essere chiesa, di non essere solo un gruppo di gente che si ritrova spesso in un edificio con un campanile ma un organismo complesso che affronta un cammino ben preciso, con uno scopo e una volontà propri.
E proprio da questa parrocchia sul cucuzzolo di un monte ritrovo la mia personale appartenenza alla chiesa e cosa ancora più importante, la voglia di continuare l’impegno nella diocesi con un cuore nuovo libero da molti pregiudizi ed egoismi.
Spero di poter offrire il mio contributo anche quest’anno che, devo dire “inaspettatamente”, parte sotto i migliori auspici.

Spero poi di poter conoscere meglio alcune persone per le quali ho scoperto sentimenti profondi ma della cui forma sono ancora incerto. Anche per loro spero di poter essere un tassello importante di quello strano ed intricato puzzle che chiamiamo, banalmente, cuore.

Chiedere troppo

Da una frase su di un taccuino di qualche annetto fà
per la serie “versi ritrovati”, ma senza troppe pretese 😉

Ogni sera chiedo al vento
informazioni sul tuo volto
ma lui non è mai attento
alle parole non da ascolto

io da sempre gli domando
se i tuoi occhi ha sfiorato
ed una lacrima ha rapito
senza averti trasportato.

ma lui sussurra “corri con me, corri assieme a me”
e lo rincorro e rincorro anche te
che inizi da dove io sto finendo
e nel riflesso di un pozzo profondo
vedo questo pezzo di cuore che ora assomiglia un po a te

Ai fiori ed ai loro bacelli
chiedo se hanno accarezzato
il cuscino dei tuoi capelli
e a loro il profumo donato

ma la notte oscura il prato
che la verità sembra scappare
e la loro bellezza ha sfumato
e le spine più non so evitare.

intanto sussurrano “menti con noi, menti assieme a noi”
i fiori bugiardi vogliono soli l’attenzione
perché solo così il loro seme è fecondo
ma ancora nel riflesso di un pozzo profondo
vedo questo pezzo di cuore che sempre più assomiglia a te

Tu Luna non voglio importunare
sono solo un poeta sgangherato
che ti osserva placida navigare
nell’immenso oceano stellato

cerca solo di specchiare
anche solo un secondo
quel volto da conquistare
che io cerco per il mondo.

New Look!!

C’è aria di rinnovamento sul blog… d’altronde è primavera! uhm no veramente fra un pò è autunno… mah beh comunque… l’importante è che oggi si inaugura la nuova veste grafica del blog! yeee!!…

stavolta mi sono impegnato più del solito e c’è ancora un pò da lavorare sullo sfondo, o no? (ogni suggerimento è ben accetto)

Sono finalmete riuscito a trovare un tema con il fondo del testo molto scuro e che, al tempo stesso, mantiene tutti gli widgets sul lato destro della pagina, non male. Nei prossimi giorni è probabile che si verifichino altri piccoli cambiamenti, ma niente di sostanziale perciò.. godetevi questo nuovo abito e, buona lettura!

A presto!

Riflessione sul riflesso

Non si dorme…
e mo’ che cacchio scrivo.. ehm!
Scusate cari lettori, sono un pò confuso ultimamente, pensate che non sò nemmeno come ho fatto ad arrivare a scrivere questo post.
E’ che ci sono un mucchio di cose a cui pensare, un sacco di impegni da portare a termine e sono quasi tutti oltre la mia portata massima. perciò non riesco a riodinare i miei pensieri che sono puntualmente sempre più sparsi. come da sottotitolo di questo blog.
già il sottotitolo… il sottotitolo mi dice anche che è un pò che non posto dei Limericks… beh me ne inventerò uno così all’una meno venti di una calda (un pò più fresca in realtà) notte di fine estate.

dunque vediamo…

V’era una giovane stella chiamata Polare
che ogni strada faceva a tutti ritrovare
Ma una notte decise di partire
facendo tutti quanti smarrire
Quella simpatica stella Polare

ok ho finito per far rima con la stessa parola…e allora!!
beh si può fare di meglio… vedremo… bona fanti!

eddaiperòècarino…mah…

Semplicemente ciao e grazie…

Carico la macchina di cose e persone, di oggetti e di ricordi, di stanchezza…parto tranquillo verso casa, percorro strade fin troppo conosciute per scuola, lavoro e divertimento. Parcheggio con lentezza la macchina con manovre meccaniche, “automatiche”, ipnotiche…salgo lentamente scalini pesanti come macigni..

sembra tutto normale

tutto tranne due particolari che non ci sono più, un suono… e una coda..

ed è solo così che me ne accorgo veramente…
Non ci sei più “Lenticchione”, grosso pallido e perennemente stanco cagnone dalla coda lunga e sempre arruffata, dalle movenze goffe e talvolta senza senso… dall’abbaiare puerile, e dai modi teneri e pacati.
Non ero presente quando te ne sei andato, ero immerso in un campo estivo; meglio così. Sei stato uno dei migliori compagni di viaggio che io abbia mai avuto. Ci assomigliavamo sai, in molti atteggiamenti.

Lenticchia, nome buffo per un cane vero? Ma avevi tante lentiggini sul muso e sulle zampe così io e mia mamma ti chiamammo “Lenticchia”.
Mi mancheranno le tue zampate per aprire il portone, il cenno di dissenso quando uscivo di casa, lo sbadiglio quando rientravo (già perché tu non abbaiavi, sbadigliavi sempre hehe un suono unico e inconfondibile). Mi mancheranno le notti di temporale senza tu che tenti di saltare sul letto; grosso com’eri, riuscivi in quei momenti a diventare piccino piccino per dare il meno fastidio possibile e per non essere cacciato giù…
Mi mancherà il modo di guardare, il modo di cercare carezze e attenzioni con il muso, e persino il modo di scansare le troppe attenzioni (anche in questo eri unico, l’unico cane al mondo a non volere troppe coccole).

Ce ne sarebbero di cose da raccontare, ti ho visto nascere 10 anni fa nella mia camera, unico nella cucciolata della “Buba” ad essere rimasto nella nostra famiglia. Da allora mi hai insegnato molte cose, si perché ,come il buon vecchio Willy, (16 anni di vita) dal quale imparai a lottare fino all’ultimo per le persone a cui si vuole bene e a credere sempre in se stessi al di là dei propri limiti, da te ho imparato a prendere la vita alla leggera, ad apprezzare che il pane fatto in casa è più buono di qualunque bistecca e che non bisogna per forza abbaiare per far valere le proprie ragioni.
Ancora una volta ho imparato molto da un cane fedele come te e ancora mi stupisco di come bestiole come voi sappiano regalare a noi, poveri umani che ci perdiamo in tante cose inutili, emozioni indescrivibili.

Sono certo che per te non è importante ma, tentando di trattenere le lacrime, ci tenevo a ringraziarti…
Ciao Lenticchia, e grazie di tutto.

Come Fuoco Vivo

Nuovamente qua…
parte tutto con un respiro lieve,
e un rumore di carta che si accartoccia,
prima piano piano, poi veloce e di nuovo piano.

niente però è scontato stasera
nulla è programmabile
e mi fingo invincibile
in quella già nota atmosfera

si ripetono infiniti rintocchi
di respiri sempre più brevi
e riscopro vecchi sentieri
mentre evapora l’acqua dagli occhi

dell’inutile rabbia riaffiora
e il momento finora affrontato
diventa un coltello affilato
che anima e corpo perfora

ma nel buio un abbraccio nuovo
che subito corre ad asciugare
quello strano ed immenso mare
e tra le strade delle stelle mi ritrovo.

La Verità dei segreti

Sono notti di giardini profumati, illusioni di tranquillità,
come canti di prima della battaglia
quando la Terra pare immobile ed attende la sua notorietà

Sono giorni inaspettati, tra le dita nuove schegge
e in quegli occhi la verità
incontestabile come il tempo che passa e che sempre la protegge

E sono mani tremanti, piccole increspature d’acqua mosse dal vento
che concentriche corrono rapide
ma presto disperdendosi nel mare dell’anima smarriscono il tormento

Sono parole rilassanti come i raggi di questo immenso Sole,
che arrivano al cuore senza ostacoli
e mi fanno perdere in un racconto fatto senza le parole

Così, nella coperta dei tuoi segreti,
perdo ogni consapevolezza,
ma ritrovo in ogni piega,
un filo di muta bellezza.

Lacrime di fango

Dopo una settimana resta solo questo nel cuore…
lacrime fatte di fango.

Mi viene in mente il ritornello che dà il titolo al singolo dei Coldplay che, da qualche mese, sta spopolando:
“Every teadrop is a waterfall”

E così questa cascata di lacrime ha scaraventato tutta la nostra rabbia, il nostro rancore, i nostri “ve lo avevo detto”, la nostra stessa voce sulla provincia intera, sulla nostra terra. Tutto quello che di male abbiamo fatto o anche solo pensato si è riversato in quelle 4/5 ore addosso a noi stessi; tanto che non viene fuori nemmeno la voce per parlare, per esprimere una qualsiasi emozione perché quelle stesse emozioni sono finite in quel mare che veniva dal cielo e al mare sono tornate.

Le lacrime fatte di fango, opera tutta nostra, ci hanno spezzato il cuore.

Resta solo da tirarsi su le maniche e offrire quel poco che ancora si possiede, nelle disponibilità proprie di ognuno di noi, per riparare, soprattutto, i tanti cuori spezzati.

Buon Lavoro!

La ricchezza della condivisione

Dicono che le vere gioie della vita sono solo quelle che riusciamo a condividere con altre persone. Credo sia vero anche per gli aspetti che non si possono definire esattamente gioiosi.

Mi spiego meglio;
le difficoltà e i punti critici della nostra esistenza sono più “digeribili” se condivisi con persone a noi vicine; questi periodi sono un arricchimento costante, può persino capitare infatti di scoprire persone con le quali non pensavamo essere così legati al punto di condividere momenti molto brutti.

Si, è un concetto forse banale… molti l’avrebbero espresso anche molto meglio di me ma credetemi finché non si prova rimane li dov’è nella nostra testa come un vecchio insegnamento, ideale, teorico, inespresso.

Il Cardinale Roger Etchegaray disse:
“C’è vera condivisione solo nella povertà, c’è vera ricchezza solo nella condivisione.”

Questa frase fu utilizzata in un saggio in riferimento alla cecità del ricco verso il povero ma descrive così bene il senso generale del condividere che può essere adattata al concetto che cercavo di esprimere poche righe fa.
Quella parola povertà può riferirsi infatti non alla povertà materiale ma bensì a momenti in cui siamo poveri nel nostro animo, nel nostro cuore e ci sentiamo il peso del mondo addosso; e quella “ricchezza” è simboleggiata da tutto ciò che di incredibile ci viene regalato grazie proprio a quel momento di malessere.

Non voglio augurare a nessuno momenti di vita brutti e scoraggianti ma, se capiterà, auguro a tutti di avere la possibilità di affrontare questi momenti più difficili assieme a persone per voi importanti e di riscoprire tutti i doni che queste parentesi della vita ci offrono anche se subito non ce ne rendiamo conto.
Grazie a tutti coloro che mi sono stati e mi stanno vicini, non solo fisicamente, in questi due mesi pieni di “sorprese”; è stato incredibile apprendere così tante nozioni e capire inoltre di essere, per qualcun altro, un piccolo scrigno dal grande valore.

14 giorni di vita

2 settimane..
336 ore..
20160 minuti..
1209600 secondi..

insomma mettetela come volete, sono 14 giorni.
14 giorni di esperienze,
di incontri,
di emozioni contrastanti…

Due settimane di campi a Cassego con i bambini delle elementari, due campi diversi solo per la gestione e la traccia da seguire (e ovvimaente con marmocchi diversi). In mezzo a questi 2 campi il debutto del trio acustico del quale mi onoro di far parte (i PiCubo).

È davvero difficile descrivere tutto il complicato concatenarsi di eventi ed emozioni.

Posso affermare con certezza che quelle appena trascorse sono state veramente 2 tra le settimane più assurde e irripetibili della mia vita.Ringrazio le persone che si sono susseguite nell’animare e gestire i due campi elementari, hanno tutti dato il massimo nonostante i primi giorni siano apparse subito alcune evidenti problematiche che non mi dilungo ad illustrare in questa sede.
Spero di ritrovare tutti i partecipanti alla prossima avventura insieme.Ringrazio tutti gli aiuti esterni compreso il tempo atmosferico che non ha procurato troppi fastidi.

Ringrazio gli altri 2 componenti del Trio, è stato un debutto incredibile pochissimi problemi e una grande sinergia tra di noi segno che abbiamo preso la strada buona. È stato meraviglioso arrivare dopo una settimana senza vedersi con tutto che funzionava alla perfezione…grandi!

Infine ringrazio il Buon Dio che anche quest’anno mi ha concesso la grazia di conoscere così tante persone nuove e di avermi messo nuovamente alla prova con l’avversario, da sempre, più temibile.. me stesso.

Concludendo, dopo aver percorso quasi 250 km sulla stessa strada e aver dormito circa 4 ore per notte mi sono accorto che non è stato importante dove sono stato, quanto sono stato sveglio, quanto ho sognato, quanto ho faticato o più in generale quanto ho dato io e quanto mi sono impegnato; la cosa che è veramente importante è ciò che ho ricevuto.
Le persone gli incontri, gli scambi di opinione e persino tutte le cose che ho toccato e visto; anche fossero un pallone o un frammento di nastro adesivo per tener ferma la carta-crespa a decorazione di una maracas fatta di bicchieri di plastica e pasta sminuzzata da regalare ad un bambino.

Da ognuna di queste persone o cose ho ricevuto il centuplo di quello che ho dato..
grazie a tutti, sono stati veramente 14 giorni di vita.
(grazie anche ai giapponesi che hanno inventato il thé verde che stò bevendo)